
Ossido Nitrico
Da qualche anno nelle farmacie e nei negozi specializzati è apparso, con molti e fantasiosi nomi, un nuovo integratore alimentare, l’NO, Ossido di Azoto, impropriamente chiamato Ossido Nitrico, al quale ormai si attribuiscono proprietà miracolistiche. Si tratta di una specie chimica reattiva di natura radicalica centrata sull’Azoto. Considerato per decenni un gas altamente inquinante – responsabile tra l’altro del cosiddetto “buco dell’ozono” – solo in epoca molto recente esso è stato individuato come uno dei più potenti mediatori biochimici che gli organismi viventi producono al loro interno al fine di controllare molte delle loro funzioni.
Poiché la ridotta biodisponibilità dell’NO è ritenuta responsabile dell’insorgenza e/o dell’aggravamento di numerose e temibili malattie, quali ipertensione arteriosa e aterosclerosi, numerosi studi hanno valutato la possibilità di aumentare la sintesi endogena di NO attraverso l’integrazione alimentare. Studi condotti su animali da laboratorio hanno dimostrato che l’integrazione con L-Arginina, favorendo la sintesi di NO, accelera la guarigione di ulcere in ratti diabetici Sprague-Dawley, migliora la disfunzione endoteliale in hamster resi sperimentalmente iperlipemici-iperglicemici ed esercita un effetto benefico sull’ipertensione ed il metabolismo lipidico in ratti diabetici.
Studi condotti sull’uomo hanno confermato ed esteso le potenziali indicazioni “terapeutiche” della L-Arginina che, sia come precursore di Growth Hormon, sia, soprattutto, come precursore dell’NO, sembra si stia rivelando particolarmente utile nel trattamento di numerosissime patologie, dalle varie forme cliniche della cardiopatia ischemica quale l’angina pectoris, all’ipertensione arteriosa, all’insufficienza cardiaca congestizia, alla disfunzione erettile. Inoltre, gli effetti dell’integrazione alimentare con L-Arginina sono stati valutati anche nella terapia dell’AIDS, del diabete, della sindrome X, di alcune malattie gastrointestinali, dell’infertilità maschile e femminile, della cistite interstiziale e della demenza senile, con risultati molto interessanti.

Ma veniamo ai dati riguardanti l’NO e lo Sport: l’assunzione orale dell’aminoacido L-Arginina, diretto precursore dell’Ossido Nitrico, è responsabile, come detto, di un significativo aumento del flusso sanguigno attraverso il miglioramento del trasporto di Ossigeno e di altri nutrienti. Inoltre l’NO può migliorare gli effetti anabolici dell’esercizio fisico essendo utile per la sintesi proteica. Numerosi studi hanno sottolineato l’importanza dell’Arginina in situazioni di catabolismo cellulare, potenziando il sistema immunitario oltre che stimolare il rilascio dell’Ormone della Crescita (GH) e di Insulina. Gli effetti metabolici del GH sono principalmente l’incremento della conservazione delle proteine ingerite e la stimolazione della Lipolisi (ossidazione del grasso). Conseguentemente quindi può influenzare positivamente i muscoli scheletrici sia a livello Anticatabolico che Anabolico, contribuendo ad incrementare la forza, l’accrescimento muscolare, le prestazioni, con diminuzione del tessuto adiposo. Altri studi ed esperimenti indicano che la L-Arginina migliora le prestazioni muscolari in regime di esercizio aerobico attraverso un aumento della produzione di NO. L’Arginina è anche un precursore della Fosfocreatina, importantissima fonte di energia cellulare. Alcuni studi hanno evidenziato un significativo aumento della percentuale di Creatina presente nei muscoli dopo un’integrazione di L-Arginina (insieme alla L-Glicina).
Il rovescio di questa “medaglia da premio Nobel” è però rappresentato dalla possibile conversione dell’NO (soprattutto con l’assunzione di alte dosi di L-Arginina) in Perossinitrito, una forma radicalica tossica, dovuta ad alcune condizioni di aumentato stress ossidativo alle quali può andare incontro il nostro organismo, come ad esempio assunzione di farmaci, fumo, alcool, errata alimentazione, radiazioni solari, inquinamento, gravidanza, infezioni, patologie varie e, nello sport, un errato equilibrio tra allenamento e riposo, causa anch’esso di aumento delle specie radicaliche o abbassamento delle difese antiossidanti (vedi fig.1). Inoltre, questa conversione in perossinitrito causa ovviamente una scarsa disponibilità di NO, con un conseguente aumentato livello nell’organismo di Omocisteina, potente Ossidante e generatore di Radicali Liberi, altamente tossica per i vasi sanguigni. Il suo livello può essere indicativo per il rischio di malattia cardiaca 40 volte più del livello di colesterolo! Elevati livelli di Omocisteina sono anche fortemente associati con lo sviluppo della malattia di Alzheimer, ictus cerebrali ed altre patologie. Il nostro organismo riesce a metabolizzare purtroppo solo piccole quantità di Omocisteina.